L’ingrediente migliore di un vino è l’onestà di chi lo produce.
Da “La montagna di fuoco” di Salvo Foti
Sull’Etna, il vigneto ad alberello, arrampicato su tutto il monte, con l’aiuto delle nere terrazze di pietra lavica, trova da secoli la sua ideale ambientazione. La zona etnea rappresenta un microclima particolarissimo ed unico in tutta l’isola e forse nel mondo, dove la vite da sempre è stata coltivata ed il vino prodotto conosciuto ed apprezzato sin dall’antichità. La coltura della vite e la produzione del vino sono sempre state, qui, al centro dell’attività e della vita di tutti i giorni delle popolazione indigene.
La mitologia, la letteratura, le arti figurative, le leggende, le tradizioni popolari, hanno dato vita, sin da tempi remotissimi, a quella che è la cultura del vino in queste località. Sull’Etna, tra la fine del secolo scorso e l’inizio di questo, la viticoltura e l’enologia assunsero importanza economica e sociale considerevole. Le aziende vitivinicole si estesero talmente da far raggiungere alla provincia di Catania, intorno all’anno 1880, il primato tra quelle siciliane, per superficie vitata e per produzione di vino (circa un milione di ettolitri). Notevoli quantità dei vini prodotti nel massiccio etneo, allo stato sfuso, prendevano la via del mare dall’antico porto di Riposto. In esso affluivano grosse partite di vino che, via mare venivano esportati in Francia, in Nord Italia e nelle Americhe. Per facilitare il trasporto del vino dalle più alte contrade di produzione al porto di Riposto, si costruì la linea ferrata della Circumetnea.
La particolarità più importante della produzione dei vini dell’Etna, oltre alla benefica influenza della vicinanza del mare e del particolare tipo di terreno vulcanico, è che la zona interessata alla viticoltura si sviluppa su una superficie troncoconica. Questa particolare giacitura influenza profondamente il clima della zona mediante due fattori: l’altitudine e l’esposizione. Questi due fattori, collegati tra loro da diverse correlazioni, determinano differenti microclimi. L’esposizione a nord e nord-est, esalta gli effetti delle elevate altitudini e mitiga quelle delle basse altitudini. L’esposizione a est e sud-est, consente di allevare la vite con ottimi risultati qualitativi anche ad altitudini elevate.
Con tutte le sfumature, eleganti e profonde, dei vitigni a bacca bianca più rappresentativi del territorio.
Un bianco etneo sapido e affilato, perfetto connubio fra complessità olfattiva e mineralità gustativa.
Un rosato da vigna dal vigneto più alto d’Europa, 1.300 m sopra il mare, e da viti che hanno fino a 200 anni d’età.
Un rosato che rosato non è: fresco e affilato come un bianco, e insieme ampio e rassicurante, come un buon rosso etneo.
Un rosso come gli uomini della Muntagna: brusco, arcigno, spigoloso, graffiante.
Dentro una bottiglia, il racconto di un paesaggio e un popolo unici.
Il fuoco del vulcano e la mineralità dei suoi terreni in un’interpretazione perfetta dei vitigni rossi etnei.
Da monumentali vigne sul lato nord dell’Etna: un vino naturale vivo e vibrante, complesso ed elegante.
Da vecchissime viti, l’incomparabile fiore all’occhiello dell’azienda di Mick Hucknall.