L’ingrediente migliore di un vino è l’onestà di chi lo produce.
Da “La montagna di fuoco” di Salvo Foti
Il Nerello Mascalese (Niureddu) è il vitigno principe autoctono della zona etnea. È stato selezionato dai viticoltori etnei parecchie centinaia d’anni fa a Mascali, paese alle falde dell’Etna.
È diffuso in tutta la regione etnea dai 350 sino ai 1.050 m s.l.m. A seconda del versante del vulcano in cui è coltivato e dal sistema d’allevamento, produce vini con sfumature e caratteristiche notevolmente diverse tra loro. Come tutti i vitigni autoctoni etnei è a maturazione tardiva (2ª decade d’ottobre).
È un vitigno che, opportunamente coltivato e vinificato, dà origine a grandi vini rossi da invecchiamento in cui predominano sensazioni olfattive di fiori, tabacco e spezie, insieme ad una tipica gradevole tannicitá. Queste caratteristiche sono fortemente influenzate dall’andamento climatico dell’annata: gli stress del periodo estivo e l’eccesso di piovosità nel periodo autunnale condizionano enormemente la fisiologia della vite. Per questi motivi la qualità dei vini ottenuti dal Nerello Mascalese è molto legata alla zona di provenienza ed all’annata.
Un rosato che rosato non è: fresco e affilato come un bianco, e insieme ampio e rassicurante, come un buon rosso etneo.
Un rosso come gli uomini della Muntagna: brusco, arcigno, spigoloso, graffiante.
Dentro una bottiglia, il racconto di un paesaggio e un popolo unici.
Il fuoco del vulcano e la mineralità dei suoi terreni in un’interpretazione perfetta dei vitigni rossi etnei.
Da monumentali vigne sul lato nord dell’Etna: un vino naturale vivo e vibrante, complesso ed elegante.
Un Etna Rosso vulcanico e minerale, senza compromessi. Di grande invecchiamento.